
Solo tre giorni prima del Raduno del Centenario, il 15 giugno, si celebra la ricorrenza della Battaglia del Solstizio e la Festa dell’Arma di artiglieria.
Il nostro Raduno non può e non deve dimenticare l’eroico comportamento degli Artiglieri che con il sacrificio della vita hanno portato il Paese alla vittoria onorando la Bandiera dell’Arma con la concessione della medaglia d’oro al valore militare.
Il 15 giugno di ogni anno l’Arma di Artiglieria dell’esercito italiano ricorda con varie cerimonie tutti i suoi caduti in guerra ed in pace. Il motivo va ricercato nella 2^ Battaglia del Piave, denominata da Gabriele D’Annunzio la “Battaglia del Solstizio”, combattuta nell’Italia nord-orientale dall’esercito italiano contro quello austriaco, dal 15 al 23 giugno del 1918.
…per memoria!
Nei giorni successivi i combattimenti continuano aspri e violenti, senza tregua, giorno e notte e si va avanti con alterne vicende fino al 19, quando il Comando Supremo italiano, constatata la situazione tutto sommato favorevole, decide di sferrare una controffensiva nel settore del Montello.
Alle 15.30, dopo un prolungato fuoco di preparazione delle nostre artiglierie, finalizzato soprattutto ad impedire al nemico l’alimentazione delle forze avanzate, a distruggere i ponti sul Piave ed a neutralizzare le forze a contatto, le nostre fanterie, muovono all’attacco, appoggiate da un gruppo di artiglierie predisposte a questo scopo.
Questo contrattacco non ebbe un grande successo in quanto a riconquista territoriale, ma fermò definitivamente il nemico e segnò la fine di ogni sua iniziativa, che passò nelle nostre mani e fece comprendere all’avversario che la partita non poteva essere vinta. Era l’inizio della sua fine.
Nella giornata del 20 continua la pressione del nemico che cerca disperatamente di consolidare le posizioni. Il 21 e 22 la nostra artiglieria continua un implacabile martellamento delle forze nemiche al di qua del Piave ed una sistematica azione finalizzata alla distruzione dei ponti. In questo modo il nemico subisce un continuo logoramento esaurendo la sua capacità offensiva e, per prevenire la sua distruzione completa, il Boroevic decide di ripiegare ad est del Piave.
Il 23 la battaglia può considerarsi conclusa con la nostra vittoria. Ciò costituisce preludio alla nostra controffensiva di ottobre, che porterà l’Italia alla vittoria finale con la battaglia di Vittorio Veneto
In ogni fase della battaglia primeggia sempre ed è sempre presente il fuoco della nostra artiglieria, che in questa battaglia evidenzia alla perfezione quelle che sono le sue due principali peculiarità;
“l’impiego a massa” costituito dagli interventi su uno o più obbiettivi contemporaneamente con numerosi cannoni e la “flessibilità”, avendo spostato spesso la sua forza distruttiva con rapidità ed efficacia da un obbiettivo ad un altro, anche distante dal precedente.
Lo ammette chiaramente persino il Comando austriaco, che in una relazione scrive:
….L’intervento dell’artiglieria italiana, specialmente con la contropreparazione, ostacolò in notevole misura i preparativi per l’attacco. Nel corso dell’azione, poi, il fuoco fu inflessibile e lo sanciscono anche i comandanti delle nostre armate.
LA BANDIERA DELL’ARMA DI ARTIGLIERIA È STATA DECORATA DI MEDAGLIA D’ORO AL VALOR MILITARE. QUESTA LA MOTIVAZIONE:
“SEMPRE ED OVUNQUE CON ABNEGAZIONE PRODIGÒ IL SUO VALORE, LA SUA PERIZIA, IL SUO SANGUE, AGEVOLANDO ALLA FANTERIA, IN MERAVIGLIOSA GARA DI EROISMI, IL TRAVAGLIATO CAMMINO DELLA VITTORIA PER LA GRANDEZZA DELLA PATRIA, 1915 –1918”.
ECCO PERCHÉ LA DATA DELLA FESTA DELL’ARMA DI ARTIGLIERIA, ISTITUITA INIZIALMENTE IL 30 MAGGIO A PARTIRE DEL 1848, A SEGUITO DELL’ECCELLENTE COMPORTAMENTO DELL’ARTIGLIERIA SUI CAMPI DI BATTAGLIA DI GOITO E DI PESCHIERA, VENNE POI SPOSTATA, NEL 1923, AL 15 GIUGNO.