Breve storia dell’Anarti

Al termine della I Guerra Mondiale, dopo le sofferenze patite da tutti i combattenti nella dura vita di trincea, si creò un vasto movimento tra tutti gli ex combattenti inteso a mantenere i legami di cameratismo e di reciproco sostegno sperimentati durante gli anni della guerra.

Sorsero, pertanto, sia Sodalizi che accomunavano tutti i combattenti finalizzati alla “difesa, assistenza e formazione di coloro che avevano sofferto in prima persona le vicissitudini della guerra sia Associazioni tra gli appartenenti ad una stessa Arma e/o Specialità.

Anche per l’Arma di Artiglieria si verificò sostanzialmente lo stesso fenomeno e, da iniziale aggruppamento spontaneo, si passò progressivamente ad un Sodalizio ben strutturato.

Nel maggio 1923 il Tenente Generale Luciano BENNATI, eminente tecnico e tattico di Artiglieria, con un gruppo di Ufficiali di ogni grado della nostra Arma, reduci della 1ª Guerra Mondiale, costituì un Comitato Promotore con l’intento di riunire in un’Associazione gli Artiglieri in congedo che avevano avuto l’onore di servire nell’Arma di Artiglieria in pace ed in guerra.

Fu diramato, pertanto, un appello indirizzato agli Ufficiali in congedo per promuoverne l’adesione al suddetto Comitato ed il successivo 23 giugno 1923 si tenne a Roma, presso il Circolo Militare, un’Assemblea Generale nella quale furono prese le decisioni iniziali per la creazione della “Associazione Artiglieri Santa Barbara”,

Il Principe Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d’Aosta, valido Artigliere e già Comandante della III Armata (“l’Invitta”) durante la Grande Guerra, fu invitato ad assumere la Presidenza Onoraria dell’Associazione.     

Il Generale Bennati fu confermato come capo del Comitato Promotore e, di fatto, come Presidente della neo-nata Associazione. Furono iscritti ad honorem anche il Duca delle Puglie, le Medaglie d’Oro di Artiglieria ed i Generali Comandanti benemeriti.

Tra gli anni 1923 e 1927, l’Associazione non compì apprezzabili progressi organizzativi: sorsero Comitati spontanei in varie Regioni d’Italia ma mancava il necessario coordinamento, le Sezioni non disponevano di sedi proprie ed emersero divergenze di vedute su come procedere.

Dal 1927 al 1930 si riuscì gradualmente a progredire, innanzitutto allargando la base associativa, includendo – oltre agli Ufficiali ed ai Sottufficiali – anche i Graduati ed Artiglieri, compresi quelli delle specialità «bombardieri, «traino d’artiglieria» «parco campale» e più tardi i «cannonieri di Marina».

Sotto l’effetto trainante delle Sezioni piemontesi, meglio strutturate e riunite sotto la denominazione «Associazione Piemontese Artiglieri d’Italia» (A.P.A.I.), si costituì un Comitato Centrale, a Torino si diede vita ad un Comitato per la realizzazione di un Monumento all’Artiglieria, inaugurato nel corso del 1° Raduno Nazionale svolto il 15 giugno 1930, alla presenza del Re e delle massime Autorità civili e militari.

Dal 1931 l’Associazione, oramai ben strutturata ed estesa a livello nazionale, assunse la denominazione «Associazione Nazionale dell’Arma di Artiglieria».

Nel 1938 l’Associazione fu ridenominata «Reggimento Artiglieri d’Italia – Damiano Chiesa», per legarla maggiormente alla sua radice militare ed in ricordo dell’eroe trentino fucilato nel 1916 e decorato con la Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Nel periodo della guerra l’attività associativa fu orientata verso l’assistenza ai feriti e ricoverati nei luoghi di cura, il supporto alle famiglie degli Artiglieri richiamati alle armi, alla raccolta di pacchi viveri di conforto da inviare ai militari al fronte, ecc.

In conseguenza dell’Armistizio del 1943, delle operazioni di guerra sul territorio nazionale, delle difficili condizioni generali del Paese del Dopoguerra, del cambiamento istituzionale del 1946, l’Associazione – come era naturale –  visse un periodo di inevitabile “scollamento”; la maggior parte delle Sezioni si dissolse finché, a partire dagli anni 1946-47 iniziò una lenta ma progressiva opera di ricostituzione.

Fu modificato lo Statuto, adeguandolo ai principi democratici dello Stato repubblicano, fu ripresa la pubblicazione del Bollettino associativo denominandolo “Nuovo Artigliere”, il Sodalizio – ricostituito giuridicamente con Atto notarile del 1952 – assunse la denominazione “Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia” (A.N.A.I., più tardi cambiata in A.N.Art.I.), posta sotto il patrocinio del Ministero della Difesa; i suoi organi rappresentativi furono eletti, dapprima per corrispondenza e dal 1954 attraverso lo svolgimento di Consigli Nazionali annuali.

Il 30 maggio 1953, con D.P.R. n° 647, fu riconosciuta all’Associazione la personalità giuridica e più tardi, con Decreto del Ministro della Difesa pro-tempore datato 18 maggio 1984, ne veniva sancita la “continuità storica” (pur con i cambiamenti organizzativi e di denominazione subiti), dalla struttura iniziale fino a quella esistente nel 1984, che non è più mutata.

Dal 1956, con il IX Raduno svolto a Firenze, riprese anche lo svolgimento dei Raduni a livello nazionale, nonché a livello interregionale, regionale. 

Dal 1935, inoltre, nel Consiglio Nazionale è inserito, di diritto, l’Ispettore dell’Arma di Artiglieria in carica, realizzando un legame spirituale e pratico tra gli Artiglieri in congedo e quelli in servizio.

Questa è, dunque – anche se necessariamente sintetizzata al massimo – l’evoluzione dell’Associazione nei suoi primi 100 anni di vita.