Storia del Monumento all’Artigliere

Il monumento è posto all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele II, il ponte Umberto I e i due viali che si immettono nel parco del Valentino, viale Virgilio e viale Umberto Cagni. Realizzato tra il 1927 e il 1930. Ispirato alla tipologia dell’arco trionfale, con gradinate di accesso, arricchito da gruppi statuari e da una abbondanza di motivi decorativi classici. Esternamente sui quattro angoli sono collocati degli altorilievi, fra colonne corinzie, dedicati verso il fronte all’Artiglieria, da montagna e da campagna, verso il retro ai Bombardieri del Re ed all’Artiglieria pesante-campale. Ornano i lati dei medaglioni con bassorilievi allegorici indicanti, sulla sinistra, il “Genio del Fuoco” e sulla destra il “Genio dell’aria”. Al centro dell’arco a pianta ottagonale, è posta la statua di Santa Barbara patrona degli Artiglieri che sostiene nella mano la palma del martirio. Sui fianchi interni dell’arco con soffitto a lacunari figurano, in due ampie lapidi, i nomi di artiglieri decorati con medaglie d’oro al valore militare.

All’Arma dotta!

Il 15 giugno 1930 (nel giorno della festa dell’Arma di Artiglieria, diciotto anni dopo l’inizio della Battaglia del Solstizio) i Reali d’Italia inaugurarono a Torino il Monumento Nazionale all’Artiglieria. Alla cerimonia parteciparono anche i Principi di Piemonte, il Duca d’Aosta, che insieme alla consorte aveva concesso il suo alto patronato alla realizzazione dell’opera, e il Ministro della Guerra Gazzera.

Ma come è nato il Monumento? La storia è particolarmente complessa e affascinante, perché è la realizzazione, con momenti di esaltazione e momenti di difficoltà e scoramento, del sogno di un Ufficiale di Artiglieria, combattente della 1^ Guerra Mondiale, che riuscì a coinvolgere ed entusiasmare altre personalità di rilievo, fra le quali merita di essere menzionato anche il Gen. Goria, che assunse la carica di Presidente del Comitato esecutivo.

Tutto ebbe inizio la sera del 29 maggio 1923, quando il Col. Carlo Montù riunì nella sua abitazione al n. 39 di via Po a Torino una trentina di Ufficiali di artiglieria, in servizio e in congedo, ed espose il suo progetto di realizzazione di un monumento all’Arma, che avrebbe dovuto necessariamente essere posto a Torino, culla dell’artiglieria. Fu costituito il Comitato esecutivo centrale e fu deciso di affidare il progetto allo scultore Pietro Canonica, artista di fama internazionale che, in breve tempo, preparò un bozzetto del monumento (realizzato come arco di trionfo a pianta rettangolare, successivamente modificata in ottagonale.

All’esterno quattro gruppi allegorici con la funzione di esaltare le specialità dell’Arma dell’epoca: artiglieria da campagna, artiglieria da montagna, artiglieria da fortezza e bombardieri).Benchè gli fosse stato offerta “per acclamazione” la possibilità di essere il presidente del Comitato, Montù rifiutò la nomina ma accettò la carica di segretario generale a patto che quella di presidente fosse ricoperta da un Ufficiale generale “puro artigliere”. Presidente del Comitato esecutivo centrale fu quindi eletto, come accennato poco sopra, il Ten. Gen. della riserva Alessandro Goria.

Già nel mese di novembre il Comitato nazionale era stato costituito e posto sotto l’alto patronato del Duca e della Duchessa d’Aosta (gesto di alto valore simbolico perché il Duca d’Aosta, oltre che artigliere, fu il Comandate della Invitta 3^ Armata, così chiamata perché mai sconfitta); erano sorti 14 Comitati regionali nelle sedi dei 10 Comandi di artiglieria di Corpo d’Armata e a Genova, Cagliari, Pesaro e Aquila ed erano in via di formazione altri Comitati locali, ai quali erano affiancati il Comitato d’onore e il Comitato nazionale Dame, posto sotto il patronato della Regina Madre. Era inoltre stato steso il regolamento per la costituzione e il funzionamento dei Comitati regionali.

Furono raccolte, in pochi mesi, 50.000 £. (pari a circa 46.000 €). Le spese preventivate erano di circa 1.000.000 di £. (corrispondenti a 927.000 €).

Negli anni successivi l’andamento della raccolta dei fondi fu il cruccio maggiore per Montù, che per questo motivo più volte propose lo scioglimento del Comitato. Ma finalmente, il 18 aprile 1926, Montù informa il Comitato centrale che Canonica “INIZIA SENZ’ALTRO IL SUO LAVORO AL VERO”.

Nel 1927 il Comune di Torino autorizzò la costruzione del monumento al Parco del Valentino, all’angolo fra i corsi Cairoli e Vittorio Emanuele II; ad agosto iniziarono i lavori di scavo delle fondazioni. Nel 1928 il Gen. Goria rassegnò le dimissioni da Presidente del Comitato esecutivo (Montù era dimissionario dalla carica di segretario generale già dall’anno precedente, pur continuando a seguire l’andamento del progetto e talvolta intervenendo con suggerimenti) e il suo posto fu preso dal Gen. Giuria, Ispettore dell’Arma di Artiglieria. L’andamento dei lavori era deludente: Canonica era impegnato in Turchia per altre commissioni (in particolare, la costruzione del monumento a Kemal Ataturk) e questa attività lo costrinse a recarsi spesso ad Ankara, Istanbul e Smirne, rallentandone l’attività in Italia; inoltre, perdurava la cronica difficoltà nel raccogliere i fondi (al 31 dicembre 1927 erano state raccolte 710.000 £. a fronte del 1.000.000 preventivato) ed era ormai impossibile inaugurare il Monumento nel giugno del 1928, decennale della Battaglia del Solstizio, nella quale rifulse il valore dell’Artiglieria italiana.

Il nuovo Presidente del Comitato esecutivo interessò quindi il Comune di Torino, che assicurò il versamento di 100.000 £., che sarebbero comunque state versate non prima del 1929.

Probabilmente, fu questo il punto di svolta. Furono raccolti nuovi fondi, i lavori ripresero, si superano altre difficoltà ma finalmente, il 15 giugno del 1930, il Monumento fu inaugurato.

Purtroppo il Gen. Goria morì pochi mesi prima della cerimonia e non vide il compimento dell’opera, per la quale si era impegnato con grande passione.

Nota: le citazioni in corsivo fra virgolette sono tratte dalla corrispondenza originale fra il Col. Montù e il Gen. Goria. Si tratta di circa 250 documenti per più di 500 pagine, custoditi nell’archivio dell’Associazione Nazionale Artiglieri d’Italia.

Generale Brigata Mario Ventrone
Vice Presidente e referente del Presidente Nazionale
per le attività organizzative del Raduno del centenario.